Antenne in condominio: tutto quello che devi sapere

da studiocataldi.it

Anche in presenza di un’antenna centralizzata, ciascun condomino è libero di installare una propria antenna televisiva, senza richiedere alcuna autorizzazione all’amministratore. Quest’ultimo, però dev’essere informato prima dell’intervento, qualora si rendano necessarie delle modifiche delle parti comuni.

L’antenna può essere installata sia sul balcone di proprietà esclusiva che su tetti o lastrici solari di proprietà comune.

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Offerte di Lavoro in Italia: il 30% nel Turismo

da pmi.it

Secondo quanto emerso dall’Osservatorio CornerJob sul mercato del lavoro, nel secondo trimestre 2018 oltre la metà degli under 30 (56%) iscritti alla piattaforma di mobile recruiting è in cerca di un’occupazione (con un calo di 14 punti percentuali rispetto al primo trimestre dell’anno quando la percentuale in questa fascia di età era quasi del 70%) e la maggior parte di essi ha meno di un anno di esperienza.

Recruiting: identikit dei candidati

Sono numerosi i giovani sotto i 30 che puntano a sfruttare la stagione estiva per accrescere la propria esperienza professionale, soprattutto nel settore del turismo, e il fatto che la percentuale degli under 30 che cerca lavoro sia diminuita lascia pensare che non siano pochi quelli che hanno trovato occupazione.

Analizzando invece la fascia d’età compresa tra i 31 e i 45 anni in cerca di lavoro non si segnalano variazioni sostanziali rispetto al trimestre precedente e la percentuale rimane al 23% (-2% rispetto al Q1). Al contrario si registra un aumento della quota degli over 45, ovvero di coloro che si trovano nella fascia centrale della propria vita professionale, la cui percentuale si assesta al 16% del totale (+10% rispetto al Q1).

Fa riflettere che una quota molto alta (quasi il 44%) di chi cerca un’occupazione sia costituita da donne le quali sembrano un molti casi puntare sulla flessibilità prevista da contratti a termine, part time o lavoro occasionale per riuscire a conciliare tempo di lavoro e famiglia.

Anche gli uomini tuttavia sembrano abbandonare sempre di più l’idea del posto fisso per abbracciare progetti professionali più articolati e dinamici. Difficilmente si pensa di rimanere nella stessa azienda per più di tre-cinque anni.

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Guerra totale alle importazioni cinesi. Trump annuncia altre tasse

da avvenire.it

Gli Stati Uniti continuano l’escalation della propria guerra commerciale, con Washington che minaccia di imporre nuove tariffe su altri 200 miliardi di dollari di beni cinesi. Il presidente Usa, Donald Trump, ha ordinato al dipartimento del Commercio di “iniziare il processo di imposizione di tariffe del 10% su ulteriori 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi”, ha detto il rappresentante del commercio americano Robert Lighthizer, accusando Pechino di aver imposto tariffe doganali “senza alcuna base legale o giustificazione internazionale”. Funzionari statunitensi valuteranno a fine agosto una lista di prodotti mirati su cui imporre i dazi e dalla Casa Bianca hanno fatto sapere che ci vorranno circa due mesi per finalizzare le eventuali tariffe, che arriverebbero con il via libera finale del presidente. L’obiettivo finale è quello di arrivare a dazi sul 40% delle importazioni cinesi, la stessa percentuale di merci statunitensi colpite dalle rappresaglie di Pechino. Questi nuovi dazi, se confermati nelle prossime settimane, andrebbero dunque ad aggiungersi alle tariffe del 25 per cento imposte da Washington su 34 miliardi di importazioni cinesi entrate in vigore venerdì scorso. Affondo al quale subito dopo la Cina ha risposto tassando 545 prodotti americani, quasi tutti agricoli.

Non si è fatta attendere la risposta di Pechino. “Il comportamento degli Stati Uniti sta danneggiando la Cina, ferendo il mondo e facendo del male agli stessi Usa” ha detto il ministero del Commercio. Pechino ha definito “assolutamente inaccettabile” la nuova minaccia di Washington e ha promesso ulteriori contromisure. “Al fine di salvaguardare gli interessi fondamentali del Paese e gli interessi fondamentali della popolazione, il governo cinese come sempre non avrà altra scelta che adottare le necessarie contromisure”, ha detto la Cina. Pechino ha chiarito che “immediatamente” farà ricorso contro il comportamento “unilateralista” di Washington presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto). Le Borse asiatiche accusano il colpo della presentazione della nuova lista di dazi. Shanghai chiude a -1,8%, Tokyo -1,2% Gli effetti negativi si fanno sentire anche in Europa. Milano maglia nera (-1,5%), Londra cede l’1,2%.

Se i dazi precedentemente imposti dagli americani riguardavano quasi esclusivamente prodotti industriali, giustificati anche con una guerra dei brevetti, il nuovo elenco mira a tassare il mercato alimentare: comprenderebbe frutti di mare, verdura, frutta, cereali. Ma anche tabacco e altri beni di largo consumo come valigie penumatici, mobili, abbigliamento e arredamento. Prodotti insomma usati dalla stragrande maggioranza della popolazione americana. Reazioni di sconcerto anche negli Usa da parte repubblicana. Ma Trump non è intenzionato a mollare la presa. Da tempo ha minacciato di voler tassare i prodotti cinesi per un totale di 550 miliardi, anche a costo di mettere a rischio l’economia americana che invece in questo momento vola alto. Trump infatti ritiene il deficit commerciale con la Cina (375 miliardi che lui vuol portare a 200) sia penalizzante per gli Stati Uniti.

Criptovalute: tasse, regime e contabilità fiscale per bitcoin e le altre

da agendadigitale.eu

Tante aziende e utenti si chiedono ancora a quale tassazione sono soggetti i bitcoin e altre criptovalute; così come quali norme devono seguire per la contabilità e bilancio. Proviamo a dare una risposta chiarificatrice.

Teniamo conto che le amministrazioni tributarie di alcune nazioni hanno cominciato a dare risposte solo a partire dalla primavera del 2013, alla questione di quale regime fiscale applicare ai bitcoin e alle criptovalute in genere. Cioè se siano beni immateriali (e quindi ogni scambio tra soggetti Iva doveva essere assoggettato ad Iva) oppure assimilabili al denaro (con conseguente trattamento Iva completamente diverso)

Le giurisdizioni europee si sono mosse in ordine sparso fino al 2015, alcune sostenendo che le criptovalute fossero beni immateriali (con tutti i problemi Iva connessi), altre che fossero assimilabili a denaro, assumendo così posizioni opposte, con la conseguenza inevitabile di creare grosse difficoltà a chi avesse voluto utilizzare le criptovalute come mezzo di pagamento/scambio intracomunitario.

L’assenza prolungata di una pronuncia ufficiale italiana (l’Agenzia delle Entrate italiana si è pronunciata solo a fine 2016 per quanto riguarda il regime di impresa, e solo a fine inverno/inizio primavera del 2018 per chi non esercita attività d’impresa) aveva reso di fatto impossibile per molti operatori operare nel contesto italiano, costringendoli all’utilizzo di giurisdizioni estere in cui i temi fiscali erano stati chiariti (in primis Regno Unito e Finlandia).

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CR7 in Italia pagherà solo 100mila euro di tasse su 54 milioni guadagnati all’estero

da calcioefinanza.it

L’Italia potrebbe dimostrarsi un affare per Cristiano Ronaldo, anche per quanto riguarda la tassazione.

Coloro che trasferiscono la residenza fiscale in Italia possono  infatti beneficiare di una imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero. L’opzione, introdotta con la Legge di bilancio 2017 (Legge 232/2016), prevede il pagamento di un’imposta forfettaria di 100mila euro per ciascun periodo d’imposta per cui viene esercitata.

Una tassazione agevolata di cui vi avevamo parlato già oltre un anno fa, inserendo proprio il nome di Cristiano Ronaldo tra chi avrebbe potuto esserne favorito.

Il provvedimento riguarda coloro che attualmente non sono residenti in Italia o gli italiani che non siano stati residenti in Italia da almeno nove anni sugli ultimi dieci, e può essere sfruttato per 15 anni. Inoltre, è applicabile anche ai familiari in possesso dei requisiti, a cui sarà applicata un’imposta sostitutiva da 25mila euro, ed è inoltre revocabile in qualunque momento senza il pagamento di alcuna penale.

I redditi prodotti all’estero da residenti in Italia, quindi, saranno tassati solamente per 100mila euro. Un fattore non di poco conto per chi, come Cristiano Ronaldo, ha avuto non pochi problemi con il fisco spagnolo: l’accusa di evasione fiscale per 14,7 milioni di euro su proventi derivanti dallo sfruttamento dei diritti di immagine del giocatore ha portato infatti ad un patteggiamento da parte di Cr7, con multa da 18 milioni di euro e una condanna di due anni con la condizionale.

Seppur potrebbero esistere difficoltà a dimostrare che i propri redditi, derivanti anche da aziende estere (come nel caso dei diritti d’immagine e sponsorizzazioni), non arrivino grazie alle proprie attività nel nostro paese, Ronaldo potrà avere avere a disposizione la possibilità di pagare solo una imposta sostitutiva di 100mila euro sui redditi di fonte estera prodotti dalla galassia Cr7, compresi anche gli investimenti immobiliari come per gli hotel a suo nome o immobili in genere. In attesa che i consulenti del portoghese valutino quali e se i redditi legati ad esempio a compensi e premi per giocare con la nazionale o spot pubblicitari solo all’estero possano valere per l’agevolazione.

Tutto subordinato ovviamente allo spostamento della residenza in Italia. Per quanto riguarda lo stipendio, invece, l’ingaggio (secondo indiscrezioni) di 31 milioni di euro a stagione sarà normalmente tassato secondo le regole per le persone fisiche residenti in Italia.

Matrimonio: le spese sono detraibili dalle tasse?

da money.it

Sono detraibili le spese effettuate per un matrimonio? Detrarre le spese dalle tasse offre la possibilità di risparmiare molti soldi grazie al rimborso di una parte degli oneri sostenuti dal contribuente in occasione della dichiarazione dei redditi e della presentazione del modello 730.

Esistono numerose spese per le quali è possibile ottenere detrazioni fiscali nel 2018: scolastiche, sanitarie, spese per ristrutturazioni o per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici.

Ma tra queste spese non rientrano in alcun modo le spese matrimoniali che non è possibile quindi detrarre quando si presenta il 730; ci sono però delle uscite altrettanto importanti su cui è possibile risparmiare per una giovane coppia o una famiglia che si sta creando. Vediamo nel dettaglio quali sono.

Spese matrimoniali

Il matrimonio per una coppia può essere una spesa ingente da affrontare per tradizione, per cultura o semplicemente per scelta; tra ristorante, abiti, allestimenti, partecipazioni, musica e similari la spesa di un matrimonio può raggiungere vette inattese.

Nonostante ciò questa spesa non è considerata tra quelle detraibili dalle tasse: non sarà quindi possibile presentare le fatture relative ai vari costi sostenuti insieme al modello dedicato come avviene per altre spese anche se è bene tenere da parte questi documenti per almeno due anni per rispondere all’eventuale questionario di controllo della Guardia di Finanza.

Spese detraibili

Se è vero che non è possibile risparmiare sul matrimonio è vero anche che ci sono altre spese detraibili che possono interessare le giovani coppie.

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito quali sono i costi che sarà possibile portare in detrazione fiscale nel 2018. Di seguito elenchiamo le spesse che è possibile scaricare per il 19% del totale riportando in particolare quelle che interessano le nuove famiglie:

  • spese sostenute per pagare l’affitto;
  • spese scolastiche detraibili nel 2018 entro il limite di 717 euro;
  • spese per la frequenza di università pubbliche o private;
  • spese per le attività sportive dei figli;
  • spese per l’asilo nido.

Alle suddette spese si aggiungono le detrazioni legate a specifici bonus fiscali che hanno importo variabile, ossia:

  • lavori di ristrutturazione: sconto del 50% sulla spesa sostenuta;
  • spese per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici detraibili al 50%;
  • spese per lavori di risparmio energetico detraibili dal 65% al 75%.

Per un approfondimento relativo alle modalità con cui richiedere tale detrazione invitiamo alla lettura del nostro articolo sul tema.

Fai poche lavatrici? Rischi di pagare più tasse

da it.finance.yahoo.com

Risparmiare troppa energia elettrica potrebbe voler dire pagare più tasse. Tagliare troppo il bilancio familiare può costare caro. Esattamente l’equivalente dell’agevolazione fiscaleottenuta dal mancato pagamento dell’Imu/Ici e della Tasi per la prima casa.

Il paradosso

Una sentenza della Corte di Cassazione, la 14793 del 7 giugno 2018, stabilisce che se i consumi elettrici sono bassi, il Comune può cancellare le agevolazioni fiscali per l’abitazione principale.

Agevolazioni, addio

Si parla di Ici perché l’oggetto del contendere riguarda quello che resta della vecchia tassa comunale sugli immobili ma il ragionamento si può estendere anche all’Imu e la Tasi, la tassa sui servizi indivisibili. Nel caso in oggetto, un contribuente aveva contestato quanto stabilito dalla Commissione tributaria regionale che aveva dato ragione a un Comune convinto della malafede di un residente. La prova era la bolletta elettrica: troppo bassa per essere quella dell’abitazione principale.

Spostare la residenza

Insomma sembra che non sia più sufficiente dichiarare un immobile adibito a propria abitazione principale e spostare lì la residenza per godere delle agevolazioni fiscali della “prima casa”, ma è necessario viverci effettivamente. Per i giudici le dichiarazioni del proprietario hanno solo un “valore presuntivo” e possono essere superate da “prova contraria, desumibile da qualsiasi fonte di convincimento e suscettibile di apprezzamento riservato alla valutazione del giudice di merito”.

Consumi minimi

Difficile pensare quale sia il consumo minimo di energia elettrica per poter considerare la casa effettivamente abitata. Lo stabilirà il tribunale in caso di contenziosi giudiziari tra un Comune e i suoi residenti. Per evitare di pagare ulteriori tasse, forse conviene tirare fuori qualche soldo in più in bolletta, lasciando acceso il climatizzatore o facendo qualche lavatrice in più.

Congedo con legge 104, per quali motivazioni viene rifiutato?

da investireoggi.it

Congedo per legge 104, ecco alcune cause che fanno venir meno il diritto, le esamineremo rispondendo ai quesiti dei nostri lettori:

Convivenza o coabitazioneHo fatto richiesta al caf x usufruire del biennio x mia sorella. I requisiti sono tutti a posto tranne la stessa residenza. Il comune e’ lo stesso. Io prima di caricare la domanda sono andato al comune e non mi anno voluto riconoscere la residenza. E mi hanno rilasciato un certificato di diniego x motivo che l’alloggio e’ una casa popolare e mia sorella dietro la morte di entrambi i genitori non aveva diritto al subentro. Per questi motivi io sono sprovvisto della stessa. Inps mi ha caricato la pratica dicendo che era a posto e lo consegnata alla mia azienda. Sto in regola o rischio il riggetto. Ti prego rispondimi  grazie.

Risposta

Se ho capito bene, lei ha inoltrato la domanda la CAF, quando dice caricare significa che ha avuto il protocollo di invio, la pratica però dev’essere lavorata dall’INPS, che farà i dovuti accentarmenti.

Ricordiamo, che se il requisito di convivenza o coabitazione, non è soddisfatto non si può accedere al diritto a fruire del congedo straordinario legge 151.

Nel congedo straordinario legge 151, il requisito della convivenza è richiesto per il coniuge e i componenti dell’unione civile, i figli e i fratelli o le sorelle, il parente o affine entro il terzo grado, non è invece richiesto per i genitori, anche adottivi, dei figli con disabilità grave (D.Lgs 119/2011 art. 4 comma 5).

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Condominio, il furto in cortile è come quello in casa

da ilsole24ore.com

Rubare una bicicletta in un cortile condominiale equivale a rubare in casa. Questo, in sintesi, il principio applicato di recente dalla Cassazione al furto di una bicicletta effettuato da un soggetto che si era intrufolato in un cortile privato dove era custodita e appartenente a una condomina (sentenza 27143/2018). Il furto, tuttavia, non era riuscito perché il ladro era stato osservato dal portiere, che lo aveva fatto bloccare all’esterno del complesso.

La Corte d’appello aveva confermato la sentenza del tribunale che aveva condannato l’intruso per il reato «di furto in abitazione e furto con strappo» (articolo 624 bis del Codice penale: reclusione da uno a tre a sei anni e multa da 927 a 1.500 euro) mentre il condannato – ricorrente contestava tale qualificazione del fatto sostenendo che il tentativo di uscire immediatamente dal cortile doveva essere valutato in modo da inquadrate il comportamento nel reato di «furto non consumato in abitazione o nelle sue appartenenze» (articolo 624 del Codice penale: reclusione da sei mesi a tre anni e multa da 154 a 516 euro) o nel reato di «furto d’uso» (articolo 626: reclusione fino a un anno o multa fino a 206 euro).

Per la Cassazione l’analisi dei fatti effettuata dalla corte di merito aveva ben illustrato come si fosse concretizzato il tentativo di furto, senza che fosse possibile diversamente qualificarlo né come «furto d’uso» (non era credibile che il condannato avesse voluto fare un uso momentaneo della bicicletta solo per percorrere alcuni metri interni al cortile) né come «furto non consumato in abitazione» perché, per orientamento costante della giurisprudenza «il cortile interno di una abitazione viene individuato come una pertinenza della medesima così da doversi configurare in caso di sottrazione di beni da tale spazio, il delitto previsto dall’articolo 624-bis codice penale».

Tfr: sulla somma totale chi paga le tasse?

da investireoggi.it

Buongiorno, vorrei porLe una domanda.

Mio marito a seguito di denuncia per licenziamento illecito, ha fatto accordo (tramite avvocati) di ricevere la somma pattuita dal giudice di 6.000€ sotto forma di Tfr che la ex ditta è in concordato.
Ha avuto (dopo precetto da ns avvocato) bonifico di 4541,00, in seguito il ns avvocato ha detto che la restante somma non verrà corrisposta perché la ditta l’ ha utilizzato per pagare ad Agenzia entrate le tasse sui 6000€ a nome di mio marito.
E lecito tutto ciò?
Non dovevano corrispondere la tot della somma e poi mio marito avrebbe pensato lui a pagarci le tasse?
E poi…..doveva pagarci le tasse?
Grazie.

La liquidazione del Tfr è sempre soggetta a tassazione poiché il trattamento di fine rapporto che spetta al dipendente è da ritenersi al lordo delle imposte.

Le tasse da applicare sul TFR, quando viene liquidato dal datore di lavoro, che funge anche da sostituito di imposta, devono essere sottratte dal TFR lordo totale per ottenere l’imposta netta da liquidare al dipendente al termine del rapporto di lavoro.

Quindi è lecito che il datore di lavoro abbia versato le imposte al posto di suo marito poiché è il suo dovere di sostituto di imposta.