Anche per il condominio in arrivo la fattura elettronica

da lastampa.it

L’Agenzia delle Entrate con il provvedimento n. 89757/2018 e con la circolare n. 8/E ha dettato le specifiche tecniche per l’emissione e la ricezione delle fatture elettroniche per cessazione di beni e prestazioni di servizi. Tali adempimenti dal 1 gennaio 2019 saranno obbligatori per tutti i contribuenti, soggetti passivi IVA, tra cui anche gli amministratori di condominio.

Fattura elettronica dal 2019. L’Agenzia delle Entrate con il provvedimento n. 89757/2018 e con la circolare n. 8/E ha dettato le specifiche tecniche per l’emissione e la ricezione delle fatture elettroniche per la cessazione di beni e la prestazioni di servizi. Tali adempimenti dal 1 gennaio 2019 saranno obbligatori per tutti i contribuenti, soggetti passivi IVA, tra cui anche gli amministratori di condominio.
La fattura elettronica sarà in formato Xml e sarà trasmessa e recapitata solo attraverso il SDI, conterrà gli elementi di riferimento di cui all’art. 21 bis del d.P.R. n. 633/72, integrati ove necessario da altre informazioni per l’invio.
Il SDI effettuerà controlli sulle fatture trasmesse e, in caso di accettazione, la fattura sarà inoltrata al destinatario, mentre in caso di “scarto” sarà notificata all’emittente la ragione della non conformità, fissando un termine di 5 giorni per la riemissione. Ad ogni ricevuta sarà apposto da SDI un sigillo elettronico avanzato, che ne garantisce autenticità e integrità e fornisce prova, sia nel caso di “ricevuta di recapito” che di “ricevuta di mancato recapito”. Il cliente finale riceverà direttamente le fatture di acquisto – tramite il codice destinatario o l’indirizzo Pec comunicato all’amministratore- o tramite un intermediario. In caso di consumatore finale senza partita IVA o contribuente minimo o forfettario, la fattura verrà recapitata in un’area riservata del sito internet dell’Agenzia dell’Entrate, con comunicazione tempestiva al cliente da parte dell’amministratore del condominio.
L’archiviazione delle fatture elettroniche trasmesse tramite SDI avverrà tramite l’area riservata del sito web dell’agenzia dell’Entrate aderendo al servizio di conservazione, oppure sarà possibile conservare le fatture mediante un intermediario terzo o conservarle in proprio purché sia rispettato quanto previsto dal Decreto del Mef del 17 giugno 2014.

Criptovalute: tasse, regime e contabilità fiscale per bitcoin e le altre

da agendadigitale.eu

Tante aziende e utenti si chiedono ancora a quale tassazione sono soggetti i bitcoin e altre criptovalute; così come quali norme devono seguire per la contabilità e bilancio. Proviamo a dare una risposta chiarificatrice.

Teniamo conto che le amministrazioni tributarie di alcune nazioni hanno cominciato a dare risposte solo a partire dalla primavera del 2013, alla questione di quale regime fiscale applicare ai bitcoin e alle criptovalute in genere. Cioè se siano beni immateriali (e quindi ogni scambio tra soggetti Iva doveva essere assoggettato ad Iva) oppure assimilabili al denaro (con conseguente trattamento Iva completamente diverso)

Le giurisdizioni europee si sono mosse in ordine sparso fino al 2015, alcune sostenendo che le criptovalute fossero beni immateriali (con tutti i problemi Iva connessi), altre che fossero assimilabili a denaro, assumendo così posizioni opposte, con la conseguenza inevitabile di creare grosse difficoltà a chi avesse voluto utilizzare le criptovalute come mezzo di pagamento/scambio intracomunitario.

L’assenza prolungata di una pronuncia ufficiale italiana (l’Agenzia delle Entrate italiana si è pronunciata solo a fine 2016 per quanto riguarda il regime di impresa, e solo a fine inverno/inizio primavera del 2018 per chi non esercita attività d’impresa) aveva reso di fatto impossibile per molti operatori operare nel contesto italiano, costringendoli all’utilizzo di giurisdizioni estere in cui i temi fiscali erano stati chiariti (in primis Regno Unito e Finlandia).

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Flat tax, chi pagherà meno tasse

da orizzontescuola.it

In cosa consiste la nuova Flat tax?

La riforma fiscale giallo-verde messa a punto in queste settimane p unta su due aliquote secche: una del 15% per i redditi familiari fino a 80mila euro e una del 20% per i redditi superiori.

Quante tasse pagheremo?

La riforma dell’Irpef sembra aver raggiunto una sua prima forma da presentare ai cittadini. Innanzitutto, ad essere modificato è il concetto di “soggetto da tassare”. Infatti, con il nuovo sistema le aliquote saranno applicate a tutto il nucleo familiare, infatti bisognerà distinguere tre tipologie: i single, le famiglie monoreddito e le famiglie con due redditi, come riporta il Sole24Ore

Single

Per i single che guadagneranno tra i 20mila e i 30  mila euro annui, l’Irpef attuale prevede una tassazione di 3.461 euro nel primo caso e di 6.814 nel secondo.

Con la riforma i redditi di 20mila euro pagherebbero 2.550 euro con un risparmio del 4,6%, mentre per i redditi di 30mila euro la tassazione passerebbe a 4.050 con un risparmio del 9,2% sull’Irpef

Alzando i redditi, aumentano i risparmi:

40mila, risparmio 12,4%

50mila, risparmio 15,3%

60mila, risparmio 17,1%

80 mila, risparmio 19,5%

100mila, risparmio 16,2%

200mila, risparmio 19,6%

300 mila, risparmio 20,7%

Famiglie monoreddito

Per le famiglie monoreddito il risparmio sarebbe dell’1,9% per la fascia 20mila euro, mentre salirebbe a 7,7% sull’irpef  per i redditi fascia 30mila

Anche in questo caso il risparmio sale aumentando il reddito

50mila, risparmio 15,1%

60mila, risparmio 16%

80mila, risparmio 19,3%

100mila, risparmio 16,2%

200mila, risparmio 19,6%

300mila, risparmio 20,7%

Famiglie con due redditi

Ricordiamo che in questo caso le tasse saranno applicate alla somma dei redditi familiari. Pertanto la casistica che prenderemo sarà più ampia.

20mila, risparmio 0%

30mila, risparmio 0%

40mila, risparmio 1,6%

50mila, risparmio 4,6%

60 mila, risparmio 6,6%

80mila, risparmio 11,8%

100mila, risparmio 9,8%

200mila, risparmio 16,2%

300mila, risparmio 18,4%

Copertura finanziaria

Tra le ipotesi di copertura finanziaria c’è quella dei tagli alle spese avviando una spending review che permetta di individuare “voci inutili”. Ma non è da escludere anche l’aumento dell’Iva al 24% previsto nelle clausole di salvaguardia.

Imu E Tasi 2018: Novità Scadenze E Pagamenti, Sono Previsti Aumenti?

da notizieora.it

Imu e Tasi 2018, la prossimala scadenza fissata per il 16 giugno slitta al 18 giugno. L’ultimo giorno per i contribuenti di versare le imposte che ruotano intorno alla casa. Una breve panoramica di cosa rappresentano realmente queste imposte e le rispettive scadenze da calendario.

Cosa rappresenta l’Imu 2018 per il contribuente: chi la paga?

L’Imu non è altro che una tassa municipale il cui pagamento spetta in relazione all’immobile di proprietà del contribuente. Si tratta, di un’imposta che si applica su diversi immobili, quali:

  • seconda casa;
  • immobili commerciali;
  • terreni e negozi.

Quali proprietà sono escluse dal pagamento Imu? Le abitazioni principali e le corrispettive pertinenze.  Il pagamento della prima casa avviene in ragione dell’accatastamento rientrante in A/1, A/8 e A/9, si tratta di categorie a cui va applicata un’aliquota ridotta, con una detrazione di circa duecento euro.

Cosa rappresenta la Tasi per il contribuente: perché è tenuta a pagarla?

La Tasi è un’imposta rivolta all’intera comunità il cui pagamento serve a sostenere i costi relativi ai servizi comunali, come possono essere i costi per l’illuminazione delle strade comunali, la cura nonché prosperità del verde, la pulizia delle strade cittadine ecc. Considerato che si tratta d’imposta rivolta alla comunità, viene pagata da tutti i cittadini.

Quali categoria di immobili locati devo pagare l’imposta Imu e Tasi?

Sono imposte che investono tutti gli immobili indipendentemente se locati oppure no. Tuttavia la legge, prevede delle riduzioni o semplificazioni relative all’importo dell’imposta. Infatti, qualora l’immobile viene concesso in comodato d’uso a soggetti che rientrino nella sfera familiare come i parenti di primo grado, entrambe le imposte subiscono uno sconto pari al 50% sull’imponibile da versare.

Nel caso in cui, l’immobile viene concesso in affitto con canone concordato le imposte subiscono uno  sconto  pari al 25% .

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Come pagare meno tasse: le detrazioni per la dichiarazione per i redditi

da today.it

 

Entro il 23 luglio sarà possibile accettare, modificare e inviare il modulo 730 per la dichiarazione dei redditi 2018. Per pagare meno tasse è bene di ricordarsi dell’elenco delle spese detraibili e deducibili.

Dichiarazione redditi: elenco spese deducibili e detraibili

Con la circolare n. 7/2018, l’Agenzia delle Entrate ha elencato quali spese danno diritto a deduzioni dal reddito, detrazioni d’imposta e crediti d’imposta. Queste le principali:

  • spese sanitarie;
  • interessi passivi per mutui;
  • spese di istruzione universitarie e non universitarie;
  • spese funebri;
  • spese per attività sportive praticate dai ragazzi;
  • spese per l’intermediazione immobiliare;
  • canoni di locazione sostenuti da studenti universitari fuori sede;
  • erogazioni liberali;
  • spese veterinarie;
  • premi di assicurazione;
  • assegno periodico corrisposto al coniuge;
  • spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio;
  • detrazioni per canoni di locazione.

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